Il “burnout genitoriale” è un disagio sempre più frequente e possiede le stesse caratteristiche dell’esaurimento lavorativo con la differenza che nel caso dei genitori questi si ritrovano da soli ad affrontare tale difficoltà.
Come succede a tante mamme, e a tanti papà, anche Giulia 37 anni, madre di due bambini di 9 mesi e di 3 anni, si è ritrovata suo malgrado ad affrontare un periodo di difficoltà.
Come infermiera era abituata a turni stressanti anche di 12 ore, ma nulla l’aveva preparata alle esigenze che la maternità comporta.
Prima dei bambini anche se sul lavoro le capitava di arrivare all’apice dello stress sapeva che il turno sarebbe finito e che sarebbe potuta tornare a casa a rilassarsi.
Quando sei genitore però, non sai mai quando ti sarà concessa la tua prossima pausa.
Dopo il suo primo congedo di maternità era rientrata a lavoro salvo poi decidere di lasciarlo per fare la mamma a tempo pieno. Adesso, afferma, lo stress che sente a volte è maggiore di quando faceva quei lunghi turni in ospedale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il burnout professionale come una sindrome risultante dallo stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo e che si traduce in esaurimento e sentimenti negativi verso il proprio lavoro.
Gli esperti affermano che il burnout dei genitori è paragonabile al burnout professionale, con una grande eccezione: mentre alcuni posti di lavoro hanno programmi e risorse disponibili per aiutare coloro che stanno affrontando il problema, i genitori invece sono generalmente soli ad occuparsene.
Essere genitori non è mai stato facile, ed oggi è ancora più difficile a causa dei ritmi e delle pressioni dei tempi moderni. Sempre più spesso dunque i genitori si sentono sopraffatti.
La pressione aumenta
La sensazione ricorrente di un genitore che sta subendo un esaurimento è quella di non riuscire a trovare il modo per gestire la situazione.
A ciò si aggiunge la pressione al coinvolgimento nelle più disparate attività da quelle sportive a quelle creative unitamente alle prestazioni scolastiche che devo essere eccellenti. Il confronto continuo sui social poi, aumenta il senso di frustrazione e inadeguatezza.
La genitorialità è finita per essere quindi un lavoro che dura 18 anni che ci distoglie dalla cosa più importante ovvero quella della spontaneità e dell’autenticità, del vedere e non semplicemente guardare i nostri figli.
Soprattutto nei primi mesi e nei primi anni i bambini hanno bisogno di molte attenzioni. L’allattamento per una mamma lavoratrice diventa difficoltoso. Destreggiarsi tra lavoro e accudimento è un’attività molto impegnativa.
Tornando a Giulia, le cose sono iniziate a migliorare quando ha iniziato a ritagliarsi del tempo per se stessa e ha lasciato andare alcune delle sue aspettative di essere il genitore perfetto. Ha capito che se non si prendeva cura di sé, non avrebbe più avuto le energie necessarie per il resto.
Imparare a gestire lo stress aiuta ad evitare di ritrovarsi in burnout. I bambini percepiscono benissimo lo stress dei genitori e finiscono per sentirsi loro stessi stressati.
A piccoli passi verso la soluzione
Nei casi più complessi la terapia psicologica è la soluzione migliore che può essere o meno accompagnata anche da una terapia farmacologica.
Per tutte le altre situazioni ci sono altri metodi che possono essere d’aiuto e che possono essere affiancati ad un’eventuale terapia psicologica tra cui l’esercizio fisico, la meditazione, esercizi di respirazione che aiutano a calmare e a controllare l’emotività favorendo la percezione di una maggior padronanza di se stessi.
Altro aspetto è quello di uscire dal circolo vizioso di pensieri come ad esempio “non riesco a..”, “devo essere..” cercando di essere più indulgenti nei propri confronti e coltivando la gentilezza verso se stessi.
Per evitare il burnout genitoriale è importante lasciare dello spazio per dedicarsi a qualcosa che ci diverte. Questo migliora la qualità del tempo passato in famiglia.
Dott.ssa Eleonora Cittadino, Psicologa
Ordine Psicologi Toscana n. 7506
Psicologa Clinica e della Salute, esperta in tecniche di rilassamento e consapevolezza. Allieva Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad approccio Umanistico e Bioenergetico | Pistoia
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