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(Immagine dal Web) |
I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia, paura di morire e di impazzire.
La manifestazione differisce parecchio da altri tipi di disturbi di ansia, dal momento che gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da qualcosa in particolare e spesso sono debilitanti. L’episodio rappresenta un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo alla possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un “disturbo da attacchi di panico” o DAP.
Gli aspetti all’origine del disturbo vanno dal senso di colpa, al bisogno di accettazione, alla paura di un rifiuto, all’assunzione eccessiva di responsabilità o ad un forte senso del dovere. Alla base quindi, c’è l’incapacità di lasciarsi andare e di perdere il controllo. Da ciò deriva un comportamento controllante e rigido che porta all’ostinazione di andare incontro alla paura.
Al DAP sono legate anche alcune fobie come l’agorafobia, la claustrofobia, l’antropofobia, la talassofobia e altre ancora. La persona che soffre di questo disturbo vive in uno stato di infelicità per cui la depressione è sempre in agguato. Bisogna pertanto interrompere il meccanismo della fobia che innesca la paura individuandolo attraverso un approccio terapeutico.
L’attacco di panico è come un grido disperato che ci chiede di essere ascoltato.
Oltre la terapia psicologica, che sicuramente è la più indicata, è possibile affidarsi anche agli psicofarmaci nei casi più gravi.
Esistono, altrimenti, alcuni rimedi omeopatici e fitoterapici, che non avendo effetti collaterali, possono essere assunti per lunghi periodi così da modificare il proprio stato emotivo.
Tra i più usati si hanno: Aconitum, Hyosciamus e Ignatia o il Rescue Remedy dei fiori di Bach tra gli omeopatici e Rodiola rosea, L-teanina e Passiflora tra i fitoterapici.
Una tecnica molto utile da usare in caso di emergenza durante un attacco è quello della respirazione: inspirare dal naso contando fino a 5 ed espirare dalla bocca contando dinuovo fino a 5.
Questo permette di ridurre l’azione del sistema nervoso ortosimpatico che fa alzare la pressione e attiva i meccanismi di allarme, stimolando la produzione di adrenalina e noradrenalina che sono sempre in eccesso nei casi di ansia.
E’ importante sottolineare che i farmaci (non privi di effetti collaterali), come pure gli altri rimedi, da soli non bastano per risolvere gli attacchi di panico.
La terapia psicologica è quindi indispensabile non solo per imparare a gestire l’ansia, ad esempio tramite tecniche quali il Training Autogeno, ma anche per individuare il messaggio, ovvero e le motivazioni, che sottostanno a tali attacchi.
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