“Paura di Vincere”

La Nikefobia ovvero la “paura di vincere” è una caratteristica tipica di chi pratica sport soprattutto a livello agonistico, ma la si può ritrovare in tutte quelle situazioni che prevedono una competizione.

L’aspetto principale di questa fobia è il blocco psicologico e muscolare che sovviene nel momento del completamento dell’atto agonistico.

Le origini possono risalire al tipo di relazione con il genitore dello stesso sesso, che viene vissuto dal bambino come inattaccabile, inaggredibile e inaccessibile.

Prendiamo come esempio un atleta che pratica il fioretto e la sua esperienza per capire meglio la dinamica del conflitto.

Questo atleta dopo aver superato brillantemente tutte le prove del campionato arriva alla finale dove dovrà scontrarsi con il detentore del titolo, l’avversario con la A maiuscola. E’ il favorito ed è un appuntamento per lui decisivo. Si ritrova dunque difronte all’autorità incontrastata fino a quel momento di quella disciplina.

In una condizione di questo tipo un atleta con la “paura di vincere” rischia di uscirne sconfitto nonostante possa essere superiore all’avversario: nel momento della stoccata finale il corpo si blocca, l’azione vincente non si realizza o si realizza in ritardo.

Che cosa è successo a questo atleta nel momento decisivo della competizione?

In questi casi avviene per via associativa un collegamento inconscio tra l’avversario, che in quella situazione rappresenta l’autorità, il potere per eccellenza e la figura genitoriale che per conflitti irrisolti è precipita come inavvicinabile, inaggredibile, dunque imbattibile.

Andando a ripercorrere la vita di questi atleti spesso emergono figure genitoriali dominanti e severe che con loro personalità forte impediscono al bambino di far sbocciare la propria individualità.

Questi genitori veicolano messaggi in cui viene lasciata al bambino la libertà di far ciò che vuole purché non metta mai in discussione la sua autorità e il suo potere. Il piccolo interiorizza il comando e senza rendersene conto lo applica a tutte quelle situazioni in cui si trova a confrontarsi con l’altro che ogni volta assume le sembianze del genitore.

Questa paura dalle antiche radici la si può trovare in tutti quegli atleti ormai adulti che inconsciamente rivivono nella situazione agonistica e rivedono nell’avversario la figura trasposta del genitore.

Si può dunque riscontrare un blocco a livello psicologico ,dato dalla paura di contrastare la figura genitoriale e un blocco corporeo, dato dall’improvviso irrigidimento muscolare nell’atto decisivo della competizione.

Dott.ssa Eleonora Cittadino, Psicologa

Ordine Psicologi Toscana n. 7506

Psicologa Clinica e della Salute, esperta in tecniche di rilassamento e consapevolezza. Allieva Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad approccio Umanistico e Bioenergetico | Pistoia

338 4251947 – eleonora.cittadino@tin.it

Centro Kairos | Porcari – Via Pacini, 6

Centro Medico D33| Lucca – Via Salicchi, 978 – S. Marco

 


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Immagine dal Web

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Mr Twiki ha detto:

    Dalla paura di non farcela a quella di farcela, due facce della stessa medaglia: mancanza di autostima. Bellissimo questo articolo!

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    1. Dott.ssa Eleonora Cittadino|Psicologa ha detto:

      Grazie per l’apprezzamento..!!

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